Le gemelle del Baltico. Un passato che è ancora lì, 24 anni dietro l’angolo. Un’occupazione sovietica lunga mezzo secolo che si fa sentire in tutta la sua pesantezza, visto che il vicino si chiama pur sempre Russia, e dove l’integrazione europea, scattata poco più di dieci anni fa con l’ingresso nell’Unione, funziona a intermittenza. Estonia e Lettonia, attraverso i loro salotti buoni Tallinn e Riga, sono due Paesi gemelli eppure molto diversi. Il primo proiettato con slancio verso la Scandinavia, alla ricerca di rapporti privilegiati anzitutto con la dirimpettaia Finlandia, e capitale della rivoluzione nella cittadinanza digitale. L’altro, vista anche la più elevata percentuale di residenti di origine russa o russofona, più ancorato a un passato ancora plasticamente evidente – nei volti, nelle architetture, nel tessuto urbano – e forse in cerca di un percorso definito.
